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Dicono di me

“L'esperienza artistica di Marcello Giovannone appare segnata da una approfondita ricerca formale, da un impegno che nel tempo ha assunto una precisa dimensione espressiva, da una volontà di trasmettere il senso dell'evoluzione di una umanità inquieta e tesa a nuovi eventi e approdi. Una scultura, perciò, che va al di là dell'indagine figurale e della risoluzione dell'immagine, per “costruire” un nuovo mondo dalle rigorose geometrie, con un pullulare di uomini e donne che cercano di uscire allo scoperto per denunciare i miti della società, l'attesa e l'angoscia dell'esistenza”.

Marcello Giovannone, una riscoperta umanità
Angelo Mistrangelo

 
“La scultura di Giovannone trae origine da una connessione antagonista: libero impulso plastico e preciso schema geometrico. [...] Nella sua formazione da autodidatta, Giovannone è tornato più volte estasiato davanti ai Prigioni di Michelangelo, ha lasciato che il suo sguardo scivolasse tra le pieghe della vibrante plasticità di Medardo Rosso e allo stesso tempo ha trattenuto nel ricordo le forme polite di Arnaldo Pomodoro. [...] Bronzi, terrecotte e gessi accolgono, nelle scelte di differenti geometrie, un sovrapporsi di figure, sono entità nate da un'unica sostanza. L'intrecciarsi e l'affermarsi di questi corpi, che nella loro stilizzazione formale sembrano dichiarare la loro quotidiana lotta per la sopravvivenza, generano il ritmo movimentato della composizione. [...]
È l'ansia di fine millennio che porta questi uomini senza volto oltre la soglia del duemila.”

Clizia Orlando